Un Michelangelo vivo, contemporaneo e dialogante non è solo una mostra: è un invito a percorrere le strade della città, a leggere ogni piazza e ogni edificio come traccia viva di un dialogo tra genio e comunità, tra arte e memoria, tra passato e presente
Quando si pensa a Michelangelo Buonarroti, la mente corre subito a Firenze, Roma e alla Cappella Sistina. Eppure, pochi sanno che Bologna ha avuto un ruolo decisivo nella formazione e nella maturità del maestro rinascimentale. Quest’anno, in occasione del 550° anniversario della nascita, la città felsinea lo celebra con una mostra straordinaria: “Michelangelo e Bologna”, ospitata a Palazzo Fava dal 14 novembre 2025 al 15 febbraio 2026. L’iniziativa, promossa dalla Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna attraverso il progetto culturale Genus Bononiae e prodotta da Opera Laboratori, è curata da Cristina Acidini e Alessandro Cecchi, entrambi esponenti di spicco della Fondazione Casa Buonarroti.
Questa esposizione non è soltanto una rassegna di opere: è un invito a scoprire il maestro fuori dai circuiti più conosciuti, a entrare in contatto con un Michelangelo giovane e maturo, ma sempre in dialogo con il contesto urbano e culturale di Bologna.

Michelangelo e Bologna, il genio e la città in mostra fino al 15 febbraio 2026
Gli anni giovanili: un rifugio creativo tra le torri
Il percorso della mostra inizia con i primi anni del soggiorno bolognese, intorno al 1494, quando Michelangelo, costretto dalla cacciata dei Medici da Firenze, trova nella città felsinea un rifugio sicuro. Qui gli vengono affidate importanti commissioni per la Basilica di San Domenico, tra cui le sculture di San Procolo, San Petronio e l’Angelo reggicandelabro. Queste opere rappresentano il primo confronto dell’artista con la scultura emiliana e testimoniano il suo talento precoce.
Non meno significativa è la presenza del rilievo della Madonna della Scala, concesso in prestito eccezionale da Casa Buonarroti, che offre uno sguardo sulla fase iniziale della sua carriera, quando già emergevano la maestria tecnica e la profondità espressiva che lo avrebbero reso immortale.
La Bologna dei Bentivoglio, stimoli culturali e incontri decisivi
Durante questo soggiorno giovanile, Michelangelo è ospite di Giovan Francesco Aldrovandi, figura influente presso la potente famiglia Bentivoglio. L’ambiente cosmopolita e colto del palazzo rappresenta un vero laboratorio di stimoli culturali: la città si rivela un crocevia di artisti, letterati e mecenati che contribuiscono alla formazione del giovane talento.
In particolare, l’incontro con le opere di Jacopo della Quercia, autore dell’Arca di San Domenico, lascia un’impronta profonda sul linguaggio formale di Michelangelo. Secondo i curatori della mostra, questo periodo è cruciale: la fusione tra la tradizione centroitaliana e quella padana fornisce all’artista una solida grammatica iconografica, destinata a riemergere in maniera innovativa nelle opere successive, fino alla celebre volta della Cappella Sistina.
Il ritorno da artista affermato
Il secondo soggiorno bolognese avviene tra il 1506 e il 1508, quando Michelangelo è ormai un artista affermato. In questo periodo, chiamato da Papa Giulio II, riceve l’incarico di realizzare una statua bronzea monumentale del pontefice, destinata alla facciata della Basilica di San Petronio.
La scultura, oggi purtroppo perduta, rappresentava una sfida enorme, sia per la complessità tecnica sia per le difficoltà dovute al contesto politico e sociale dell’epoca, segnato da epidemie di peste e tensioni con il potere pontificio. Il carteggio tra Michelangelo e il fratello Buonarroto, conservato nell’Archivio Buonarroti ed esposto nella mostra, rivela le difficoltà quotidiane e le dinamiche complesse della commessa. Completa il percorso un disegno originale preparatorio per la tomba di Giulio II, testimonianza del rigore progettuale e della complessità simbolica che accompagnava il lavoro dell’artista.

Michelangelo Buonarroti, Angelo reggicandelabro, Arca di San Domenico, Bologna I Courtesy Carisbo
Bologna come esperienza immersiva dove arte e città che vivono insieme
A differenza di una mostra tradizionale chiusa tra quattro mura, “Michelangelo e Bologna” si estende idealmente nella città. I visitatori sono invitati a scoprire come l’eredità di Michelangelo attraversi ancora luoghi simbolici della Bologna rinascimentale, come la Basilica di San Domenico, l’Oratorio di Santa Cecilia, la Pinacoteca Nazionale e la Basilica di San Petronio. La città diventa così uno spazio vivo di memoria e identità condivisa, dove ogni angolo racconta il dialogo tra il maestro e il suo tempo.
L’esposizione, curata da Opera Laboratori, propone un allestimento immersivo che combina sculture, calchi storici, disegni, libri antichi e documenti d’archivio. Non mancano opere di altri protagonisti del Rinascimento bolognese, come Ercole de’ Roberti, Francesco Francia, Lorenzo Costa e Amico Aspertini, che contribuiscono a ricreare l’atmosfera artistica dell’epoca.
Il catalogo ufficiale, curato dagli stessi Acidini e Cecchi, offre un’approfondita analisi filologica del rapporto tra Michelangelo e Bologna, mentre un ricco calendario di attività didattiche, visite guidate e due concerti intitolati “Affreschi musicali”, in collaborazione con la Fondazione Musica Insieme, rende il percorso partecipativo e coinvolgente. L’iniziativa del biglietto sospeso permette inoltre di favorire l’accesso alla mostra a persone sostenute da associazioni locali, creando un gesto concreto di condivisione e accoglienza.
I curatori sottolineano che la mostra restituisce un Michelangelo non come monumento statico, ma come artista in costante dialogo con la propria epoca e con la tradizione. La celebrazione dei 550 anni dalla sua nascita si trasforma così in un’indagine storica e critica, che esplora come il legame con Bologna abbia influenzato la sua carriera e lasciato un’impronta indelebile nella storia dell’arte moderna.
| Info | Dettagli |
|---|---|
| Titolo della mostra | Michelangelo e Bologna |
| Artista o artisti partecipanti | Michelangelo Buonarroti |
| Ente organizzatore / promotore | Fondazione Cassa di Risparmio in Bologna (Fondazione Carisbo), Genus Bononiae; produzione Opera Laboratori |
| Luogo | Bologna |
| Indirizzo | Palazzo Fava, Via Manzoni 2, 40121 Bologna |
| Data di inizio | 14 novembre 2025 |
| Data di fine | 15 febbraio 2026 |
| Curatore | Cristina Acidini, Alessandro Cecchi |
| Orari di apertura | Martedì–Domenica: 10:00 – 19:00 (ultimo ingresso ore 18:00) |
| Giorni di chiusura | Lunedì chiuso |
| Biglietto / ingresso | 14€ |
| Sito ufficiale o pagina web dedicata | fondazionecarisbo.it |
| Telefono | +39 055 29 89 818 |

Il piu grande museo al mondo? Sempre lui, il Louvre

«The Rose That Grew From Concrete» mostra, artisti e rinascita dell’ex convento di Firenze

Di America (di Cattelan) è stato venduto solo il prezzo dell’oro: il suo valore reale non era nel messaggio


