Scopri Rerum Novarum di Matteo Basilé a Todi: ritratti ibridi, paesaggi post-urbani e una nuova intelligenza naturale che fonde arte, tecnologia e spiritualità. Esperienza multisensoriale alla Galleria Giampaolo Abbondio
Matteo Basilé presenta a Todi una nuova fase della sua ricerca, esplorando il confine tra uomo, natura e tecnologia. La Galleria Giampaolo Abbondio ospita una mostra che non è soltanto una esposizione, ma un vero percorso immersivo. I lavori dell’artista dialogano con la luce, la materia e la memoria, tracciando un linguaggio visivo capace di evocare tanto la tradizione quanto l’innovazione.
Natura reinventata e paesaggi sospesi
Chi osserva le opere di Basilé entra in un mondo sospeso, dove la natura non è più semplice riflesso del reale. I paesaggi post-urbani mostrati nelle sue creazioni hanno un silenzio metafisico, lontano dal caos delle città o dalla selvaggia aggressività del mondo naturale. Lo spazio diventa un terreno di rinascita, quasi spirituale, un luogo in cui si riscrivono i valori dell’umanità attraverso una nuova geografia filosofica. In queste immagini la natura è “rigenerata”, trasformata in un teatro simbolico della resilienza umana.

Allestimento della Galleria Giampaolo Abbondio con ritratti digitali di Basilé
Nei ritratti di Basilé i soggetti umani non sono solo corpi: sono ibridi, fusioni di elementi biologici e botanici, capaci di incarnare processi di rinascita e trasformazione. I loro sguardi non si limitano a osservare, ma scrutano il passato e il futuro, come se ogni trauma potesse diventare spinta verso nuove possibilità. Questa umanità in metamorfosi sfida le categorie tradizionali di bello e brutto, aprendo al sublime e alla magia dell’esperienza vissuta.
L’intelligenza artificiale come compagna, non padrona
A differenza di molte esperienze digitali, l’IA utilizzata da Basilé non domina il processo creativo. La tecnologia diventa uno strumento “educato”, che supporta la costruzione di immagini evocative della memoria rinascimentale. I ritratti prodotti non replicano il reale ma creano reliquiari visivi, intrisi di sacralità e patrimonio culturale, in cui passato e futuro dialogano in modo armonico.
Le figure dei lavori di Basilé rappresentano una sorta di comunità meticcia, nate dall’incontro tra esperienze umane e tecnologia avanzata. Questa “intelligenza naturale” supera le gerarchie digitali tradizionali, fondendo biologia e geologia, naturale e artificiale. Ne nasce una nuova forma di resistenza collettiva, una polis rinnovata, in cui l’elettronica convive senza sopraffare l’essere umano.
Immagina di camminare tra i ritratti: senti la cera e la pietra, il silenzio del paesaggio e il peso della memoria. Ti chiedi se queste figure abbiano davvero vissuto o se siano portatrici di una saggezza ancestrale. Basilé ti invita a riflettere su come tecnologia e natura possano convivere senza conflitto, trasformando l’arte in uno spazio dove l’immaginazione diventa esperienza concreta.
Esperienza multisensoriale e rituale contemporaneo
La mostra non si limita alla vista. L’artista ha incluso stimoli olfattivi e tattili, come odori di cera e pietra, evocando sensazioni rituali e liturgiche. Questa dimensione multisensoriale rafforza l’idea di un’opera come “liturgia estetica”, in cui pixel, materia e pigmento si fondono in un rito contemporaneo, rendendo l’esperienza profondamente immersiva.

La locandina della mostra a Todi
La scelta della sede di Todi non è casuale. La Galleria Giampaolo Abbondio si è trasferita dalla sede milanese per offrire uno spazio più vicino al sogno e alla contemplazione artistica. Già nel 2021 la galleria aveva inaugurato la sua sede umbra con la mostra “Mnemosyne” di Basilé, evidenziando la volontà di rendere l’arte un’esperienza condivisa e radicata in un contesto culturale unico.
Rerum Novarum: tecnologia e memoria
Il titolo della mostra richiama concetti epocali, ma Basilé lo declina in chiave contemporanea. Se un tempo la locuzione richiamava la rivoluzione industriale, oggi diventa metafora di un mondo in cui l’intelligenza artificiale ridisegna l’immaginario umano. Non si tratta di fantascienza estetica, ma di riflessione sul significato dell’essere umano nell’era della fusione tra natura e algoritmo.
Info sulla mostra:
| Voce | Informazioni |
|---|---|
| Artista | Matteo Basilé |
| Titolo mostra | Nuova Intelligenza Naturale / Rerum Novarum |
| Sede | Galleria Giampaolo Abbondio, Piazza Giuseppe Garibaldi, Todi (Umbria) |
| Data inaugurazione | La mostra è aperta al 4 ottobre 2025 al 7 marzo 2026 |
| Curatore | Non indicato specificamente; Gianluca Marziani firma l’articolo e commenta l’opera |
| Tema principale | Fusione tra natura, umanità e tecnologia; esplorazione di un’intelligenza naturale non dominata dall’IA |
| Contenuti principali | Ritratti frontali di esseri umani in metamorfosi, corpi ibridi, paesaggi post-urbani e metafisici, fusione tra elementi botanici, fisiologici e sinaptici |
| Obiettivo della mostra | Esperienza immersiva che combina estetica digitale e memoria storica, promuovendo una coabitazione tra uomo e tecnologia |
| Dimensione multisensoriale | Include elementi visivi, tattili e olfattivi (es. cera bruciata e pietra antica) per creare una liturgia contemporanea |
| Riferimenti culturali | Rinascimento, dharma, post-urbano, naturalismo postbiblico, memoria pineale |
| Messaggio centrale | Nuovo patto tra natura, tecnologia e umanità; esplorazione del sublime e della rigenerazione biologica e culturale |
| Stile artistico | Fotodigitale, ritratti frontali, fusione tra figurazione tradizionale e tecnologia IA, simbolismo metafisico |
| Pubblico target | Amanti dell’arte contemporanea, esploratori di tecnologie creative, pubblico sensibile a esperienze immersive e concettuali |
| Note aggiuntive | La galleria si è trasferita da Milano a Todi, offrendo un contesto più contemplativo e meditativo; Basilé utilizza l’IA come strumento collaborativo e non dominante. |

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