El sueño di Frida Kahlo, il capolavoro venduto da Sotheby’s per 54,7 milioni di dollari: simboli, contesto biografico e interpretazioni critiche dell’opera che ha stabilito un record storico all’asta

Il 20 novembre 2025 ha consegnato ai libri di storia un nuovo record: El sueño (La cama), l’autoritratto che Frida Kahlo dipinse nel 1940, è stato aggiudicato da Sotheby’s a New York per 54,7 milioni di dollari, una cifra mai toccata in precedenza da un’artista donna nelle vendite pubbliche.

L’opera ha superato agilmente il precedente primato femminile, legato al celebre fiore di Georgia O’Keeffe venduto nel 2014, e allo stesso tempo ha fissato un nuovo picco per il mercato della Kahlo.

L’esito non stupisce affatto gli addetti ai lavori: la stima iniziale oscillava già tra i 40 e i 60 milioni di dollari, una forchetta che lasciava intuire un risultato fuori scala. Il tiro di martello si è fermato a 47 milioni, ma le commissioni hanno portato il prezzo finale alla cifra storica.

L’acquirente, collegato al telefono, ha preferito (ragionevolmente) mantenere l’anonimato.

Frida Kahlo’s “El sueño (La cama)” sold Thursday, Nov. 20, for $54.7 million at Sotheby’s, setting a new auction record for the artist and becoming the most expensive work by a woman ever sold at auction

Frida Kahlo’s “El sueño (La cama)” sold Thursday, Nov. 20, for $54.7 million at Sotheby’s, setting a new auction record for the artist and becoming the most expensive work by a woman ever sold at auction

El sueño (La cama) mostra l’artista distesa su un letto coloniale che pare abbandonato nel vuoto, sorretto da un’atmosfera irreale. Intorno alla struttura si arrampicano foglie e tralci, come se la natura stessa partecipasse al suo sonno.

Sopra il baldacchino giace un scheletro di cartapesta, un oggetto che la pittrice utilizzava realmente come compagno notturno. Nei dettagli si riconoscono fili e micce che ricordano la dinamite: un’immagine volutamente ambigua, che richiama la precarietà fisica e psicologica dell’artista.

Secondo il catalogo di Sotheby’s, Kahlo sembra riflettere sul punto di contatto tra il riposo e la morte, una soglia che nella sua vita rimase spesso sottile. La combinazione dello scheletro, delle piante e del letto fluttuante trasforma l’autoritratto in un racconto interiore che unisce vulnerabilità, humor nero e tradizione culturale mesoamericana.

Il 1940, quando il quadro venne concepito, fu uno dei periodi più turbolenti per l’artista: la riconciliazione con Diego Rivera, i conflitti emotivi e l’ombra dell’assassinio di Lev Trotsky attraversarono la sua vita con violenza.

La salute, già compromessa dall’incidente della giovinezza, la costrinse nuovamente a sessioni prolungate nel letto. Quel luogo diventò un laboratorio, uno spazio dove la sofferenza fisica veniva trasformata in immaginazione pittorica. Kahlo installò persino uno specchio sotto il baldacchino per continuare a ritrarsi in posizione supina.

Il letto, in questa opera, non è solo un arredo: è una soglia, un ponte, un confine tra mondi.

La corsa all’asta e la visione del mercato

Il dipinto era uno dei pochi della pittrice ancora in mani private e quindi trasferibile fuori dal Messico, dove molte sue opere sono tutelate come beni nazionali. Questo ne ha accresciuto il valore e la competizione tra collezionisti.

Anna Di Stasi, responsabile per l’arte latinoamericana in Sotheby’s, ha descritto il quadro come un punto di contatto tra immaginazione visionaria e intensità emotiva. Ha ricordato che nel 1980 lo stesso dipinto era stato venduto per appena 51.000 dollari: una crescita che testimonia l’ascesa globale del nome di Kahlo e, più in generale, il riequilibrio del mercato nei confronti delle artiste.

Storici e critici hanno letto questa aggiudicazione come un segnale forte: crescere il valore di un’artista significa anche riconsiderarne il ruolo culturale. Il timore, espresso da alcuni studiosi messicani, è che un’opera così iconica finisca a lungo in una collezione privata.

Sotheby’s ha però anticipato che il quadro è già stato richiesto per importanti mostre internazionali, dalla futura esposizione itinerante prevista al Museum of Fine Arts di Houston fino all’arrivo alla Tate Modern.

A painting by Frida Kahlo titled “El sueño (La cama)” is displayed at Sotheby’s auction rooms in London, Sept. 19, 2025. It sold Thursday, Nov. 20, for $54.7 million at Sotheby’s, setting a new auction record for the artist and becoming the most expensive work by a woman ever sold at auction. Kirsty Wigglesworth/Associated Press

A painting by Frida Kahlo titled “El sueño (La cama)” is displayed at Sotheby’s auction rooms in London, Sept. 19, 2025. It sold Thursday, Nov. 20, for $54.7 million at Sotheby’s, setting a new auction record for the artist and becoming the most expensive work by a woman ever sold at auction.
Kirsty Wigglesworth/Associated Press

Impatto simbolico e rilevanza storica

El sueño (La cama) è considerato da molti studiosi un’opera fondamentale: contiene allegorie ricorrenti nella poetica dell’artista, rivela il suo rapporto con l’identità e con il dolore e cristallizza la tensione tra autonomia creativa e limiti corporei.

La storica dell’arte Whitney Chadwick ha sottolineato come questo lavoro incarni anche la voce controcorrente di Kahlo all’interno di un movimento — il Surrealismo — tradizionalmente dominato da figure maschili. Nel suo linguaggio personale, sospeso tra memoria e metafora, si riconosce una forma di resistenza.

Se ti stai chiedendo come mai un solo dipinto abbia generato tanto clamore, la risposta sta nell’intreccio tra la forza dell’immagine, la rarità dell’opera sul mercato e il mito contemporaneo di Kahlo. Non si tratta solo di un record economico: è la conferma che l’artista è diventata un simbolo culturale trasversale, capace di unire collezionisti, musei e pubblico.

Frida Kahlo

Frida Kahlo

In vista dell’asta, la pronipote Mara Romeo Kahlo aveva sottolineato, in un’intervista concessa all’Associated Press a Città del Messico, la rilevanza dell’imminente vendita, definendo l’artista una figura capace di parlare a chiunque e di suscitare immedesimazione in molte persone.

L’opera è stata il fulcro di una sessione che comprendeva oltre un centinaio di lavori surrealisti, tra cui creazioni di Salvador Dalí, René Magritte, Max Ernst e Dorothea Tanning.

Sebbene spesso associata al Surrealismo, Kahlo non accettò mai completamente questa definizione, preferendo considerare la propria pittura come un’espressione diretta dell’esperienza personale. Rimane celebre la sua affermazione secondo cui non dipingeva sogni, bensì la propria realtà.



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