Un nuovo volto del collezionismo: l’ascesa delle donne nel mercato globale dell’arte, in una trasformazione guidata dalla presenza femminile
Il Survey of Global Collecting 2025 di Art Basel & UBS, elaborato da Arts Economics sotto la direzione di Clare McAndrew, fotografa un cambiamento radicale nel modo in cui l’arte viene acquistata e valorizzata. Le donne con elevato patrimonio stanno assumendo un ruolo centrale, modificando abitudini e gerarchie all’interno del mercato. Nel corso del 2024, infatti, la loro spesa media risulta superiore del 46% rispetto a quella degli uomini. Questa dinamica è ancora più evidente tra le fasce d’età più giovani: sia le collezioniste appartenenti alla Generazione Z sia le millennial investono cifre maggiori rispetto ai coetanei.
La Cina è il baricentro della nuova ondata femminile
Uno dei risultati più sorprendenti dell’indagine riguarda la Cina continentale. Qui, le collezioniste benestanti spendono più del doppio dei collezionisti uomini. Si tratta di un gruppo ristretto ma dotato di un potere economico rilevante, che non si limita ad acquistare opere, ma avvia musei privati e costruisce raccolte pensate per durare e influenzare il panorama culturale. La capacità di spesa e la rapidità delle loro scelte stanno infatti contribuendo a ridefinire gli equilibri del mercato globale.

La gestione del rischio: decisioni ponderate ma coraggiose pongono le donne in prima linea e come figura preponderante nel mercato dell’arte
Al contrario dell’idea diffusa che le donne siano più prudenti degli uomini quando si tratta di investimenti, il rapporto mostra un comportamento più articolato. Le collezioniste dimostrano una grande lucidità nel valutare il rischio, ma non esitano a impegnarsi in scelte meno scontate: il 55% di loro acquista regolarmente opere di autori poco conosciuti, una percentuale ben superiore al 44% rilevato tra gli uomini. Inoltre, il 69% delle intervistate è disposto a destinare risorse a creativi emergenti, contro il 63% della controparte maschile.
Nuovi linguaggi artistici e valorizzazione delle voci femminili
Le preferenze di acquisto si stanno spostando verso linguaggi meno tradizionali. Le collezioniste dedicano una porzione più ridotta dei loro budget ai media classici, come la pittura, e mostrano invece maggiore interesse per arte digitale, fotografia e forme contemporanee. Anche la distribuzione degli artisti presenti nelle loro collezioni segue una linea chiara: nelle raccolte femminili, le opere firmate da artiste raggiungono il 49%, valore sensibilmente più alto rispetto al 40% registrato nelle collezioni maschili. Questa scelta contribuisce a un aumento della visibilità e del riconoscimento per le artiste.
Un rapporto diretto con chi crea
Il legame con gli artisti rappresenta un altro tratto distintivo del collezionismo femminile contemporaneo. Le collezioniste acquistano più spesso direttamente dagli autori, organizzando visite in studio, commissionando opere personalizzate o mantenendo contatti attraverso piattaforme social. Nel 2024, il numero medio di visite agli studi d’artista è stato pari a sette, con una previsione di crescita a otto nel 2025. Questa modalità mette al centro la relazione personale, la conoscenza diretta e un coinvolgimento più autentico nel processo creativo.
Parallelamente, il loro livello di partecipazione alla vita culturale è elevato: ogni anno prendono parte a circa 55 eventi artistici, includendo fiere, inaugurazioni e incontri con creativi, un dato che supera quello degli uomini.
Ricchezza destinata all’arte e il peso dell’eredità
Il report evidenzia un incremento nell’allocazione della ricchezza alla costituzione di collezioni. Nel 2025, gli individui ad alto patrimonio dedicano all’arte circa il 20% delle loro risorse, contro il 15% dell’anno precedente. La percentuale raggiunge il 28% tra i patrimoni più elevati (UHNWIs).
L’aspetto ereditario gioca un ruolo determinante: l’84% dei collezionisti possiede opere ricevute in successione, e per molti queste rappresentano quasi il 30% dell’intero patrimonio artistico. Inoltre, circa l’80% degli intervistati afferma di voler trasmettere le proprie opere ai figli, al partner o di donarle a musei.
Pur in un clima economico caratterizzato da oscillazioni e incertezze, la fiducia nei confronti del mercato dell’arte resta alta: l’84% degli HNWI si dichiara ottimista rispetto all’andamento prossimo del settore. Le intenzioni di vendita rimangono contenute: soltanto il 25% prevede di cedere opere nell’arco dei dodici mesi successivi. Questa moderata cautela convive con il desiderio di esplorazione, soprattutto da parte delle collezioniste, che mostrano una forte spinta verso pratiche di acquisizione più diversificate e aperte alla sperimentazione.




