Con questa inaugurazione, Mantova si trasforma in un nodo di dialogo artistico tra Europa e Stati Uniti, offrendo ai visitatori un’esperienza unica che unisce storia, architettura e innovazione culturale
- Il percorso espositivo: undici sale per 94 opere
- Prima sala: dalle origini al Neo-Dada
- Seconda sala: Pop Art tra ironia e quotidiano
- Terza sala: Minimalismo e Arte Concettuale
- Quarta sala: oltre il Minimalismo
- Quinta sala: Arte Povera italiana
- Sesta e settima sala: performance, fotografia e concettualismo
- Ottava sala: gli anni Ottanta tra percezione e metamorfosi
- Nona sala: fotografia e pittura a confronto
- Decima sala: Neo-Espressionismo tedesco
- Undicesima sala: Neo-Geo americana
- Come visitare il museo
Il 29 novembre 2025 ha segnato una data importante per Mantova, città radicata con un centro storico che pullula di tradizione, da oggi avrà il proprio spaccato moderno: il Palazzo della Ragione, cuore pulsante della città medievale, si trasforma in un museo internazionale dedicato alla Sonnabend Collection Foundation. Questa apertura rappresenta un passo significativo per una città famosa per il Rinascimento, custode dei capolavori di Mantegna e Giulio Romano e che ora si affaccia al panorama dell’arte contemporanea mondiale.
Dietro la collezione c’è la lungimiranza di Ileana Sonnabend (1914‑2007), insieme al marito Michael Sonnabend e al figlio adottivo Antonio Homem, attuale presidente della Fondazione. Le gallerie di Sonnabend a Parigi e New York hanno creato un ponte tra l’arte americana e quella europea, facendo dialogare artisti, correnti e sperimentazioni di diverse culture. La collezione mantovana rappresenta il ritratto della loro visione e del ruolo di Ileana come mediatrice culturale di portata internazionale.
Il percorso espositivo: undici sale per 94 opere
Le sale del Palazzo della Ragione sono state completamente restaurate e allestite per accogliere 94 opere tra dipinti, sculture, fotografie, installazioni e lavori concettuali. Il percorso si sviluppa attraverso undici sale, organizzate per temi e periodi storici, offrendo uno sguardo ampio sulla produzione artistica dalla metà del Novecento ai primi anni Duemila. Il museo si sviluppa in undici sale, tutte progettate con un allestimento su misura che privilegia la narrazione tematica piuttosto che la semplice sequenza cronologica.
Artisti come Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Jeff Koons, Michelangelo Pistoletto e Mario Schifano dialogano con il pubblico, offrendo un panorama internazionale che spazia dalla Pop Art al Minimalismo, dall’Arte Concettuale all’Arte Povera italiana.
Prima sala: dalle origini al Neo-Dada
Qui si racconta la transizione dall’Espressionismo Astratto alla sperimentazione Neo-Dada, con opere di Jasper Johns, Robert Rauschenberg, Cy Twombly e James Rosenquist. Pittura e oggetti quotidiani si fondono, creando un linguaggio che ridefinisce la rappresentazione della realtà. Il dialogo con l’Europa è garantito da Mario Schifano, Michelangelo Pistoletto, Arman e Christo. La scelta di inserire artisti come Jasper Johns e Robert Rauschenberg non è casuale: rappresentano la reazione all’Espressionismo Astratto e l’inizio di una pittura che integra oggetti quotidiani e simboli riconoscibili. Tra le opere più iconiche: Figure 8 di Johns, che rielabora numeri e simboli, e i collage di Rauschenberg, che mescolano fotografia, materiali di scarto e gestualità pittorica.
Il dialogo transatlantico emerge dal confronto con artisti italiani come Mario Schifano, le cui tele degli anni ’60 anticipano il linguaggio della Pop Art europea, e Michelangelo Pistoletto, con le sue prime opere specchianti che riflettono lo spettatore e lo inseriscono nell’opera. La sala racconta così la capacità di Sonnabend di leggere i cambiamenti culturali internazionali e di creare un ponte tra Europa e Stati Uniti.

Sala interna allestita per la Sonnabend Collection, fotografia dell’allestimento curato per l’inaugurazione 2025
Seconda sala: Pop Art tra ironia e quotidiano
Il cuore della Pop Art americana e europea emerge attraverso lavori di Andy Warhol, Roy Lichtenstein, Tom Wesselmann, James Rosenquist, con sculture di Claes Oldenburg e George Segal. La sala mostra come Sonnabend abbia colto il potenziale di un linguaggio basato su immagini di massa e oggetti quotidiani, trasformandolo in un linguaggio artistico universale.
Tra le opere esposte spiccano Andy Warhol con il celebre Ritratto di Ileana Sonnabend, e Roy Lichtenstein con le sue tele ispirate ai fumetti e ai mass media. La presenza di James Rosenquist e Tom Wesselmann completa il panorama americano, mentre sculture di Claes Oldenburg trasformano oggetti di uso comune in monumenti ironici.
La sala mostra come la Pop Art non fosse solo estetica, ma una riflessione sulla società dei consumi e sull’iconografia globale. Curiosità: Warhol, proprio attraverso Sonnabend, venne presentato alla scena europea, influenzando collezionisti e musei in Francia e Italia.
Terza sala: Minimalismo e Arte Concettuale
Artisti come Donald Judd, Robert Morris, Larry Bell, John McCracken esplorano la materia, lo spazio e la luce, privilegiando la forma essenziale e la chiarezza strutturale. Accanto a loro, Sol LeWitt, Mel Bochner e John Baldessari mettono in discussione la permanenza dell’oggetto artistico, inaugurando percorsi concettuali rigorosi.
Le installazioni concettuali di Sol LeWitt e i wall drawings trasformano le pareti in linguaggi modulari e algoritmici, mentre John Baldessari rielabora fotografia e testo per creare opere ironiche e concettuali.

Il percorso evidenzia come la collezione Sonnabend anticipi la sperimentazione concettuale, sottolineando l’importanza della riduzione formale come strumento di riflessione e osservazione dello spazio
Quarta sala: oltre il Minimalismo
Qui si approfondisce la ricerca sullo spazio e sul materiale: Bruce Nauman utilizza il corpo e il suono, Richard Serra lavora con piombo e gomma vulcanizzata, Keith Sonnier integra luce e trasparenza. Il percorso esplora la relazione tra opera, spettatore e ambiente, anticipando le installazioni immersive degli anni successivi.
Bruce Nauman lavora su suono e performance, Richard Serra con metalli pesanti e deformazioni controllate, e Keith Sonnier utilizza luci al neon per creare un’esperienza immersiva.
Il visitatore percepisce come questi artisti trasformino lo spazio espositivo in un luogo attivo: l’opera non è più solo da contemplare, ma da vivere, aprendo la strada alle installazioni contemporanee immersive.
Quinta sala: Arte Povera italiana
La ricerca italiana emerge con Michelangelo Pistoletto, Jannis Kounellis, Gilberto Zorio, Mario Merz, Giovanni Anselmo e Pier Paolo Calzolari. Il movimento si distingue per l’uso di materiali umili, processi chimici e fisici e un approccio poetico allo spazio, in continuità con le sperimentazioni internazionali ma profondamente radicato nel contesto italiano.
Le opere utilizzano materiali “poveri” come ferro, legno, vetro e terra, dando vita a composizioni poetiche che dialogano con lo spazio.
Pistoletto e Kounellis erano amici personali di Sonnabend, e la collezionista introdusse il movimento italiano nei circuiti internazionali quando ancora era poco conosciuto fuori dal Piemonte. La sala permette di vedere come l’arte povera dialoghi con i principi minimalisti americani, creando un ponte tra rigore formale e poetica del quotidiano.
Sesta e settima sala: performance, fotografia e concettualismo
Artisti come John Baldessari, Vito Acconci, Gilbert & George, Christian Boltanski, Piero Manzoni esplorano la corporeità, la memoria e la narrazione visiva. La settima sala amplia il discorso includendo fotografi sperimentali come Boyd Webb, Hiroshi Sugimoto, Luigi Ontani e Anne & Patrick Poirier, mostrando come corpo, memoria e spazio possano diventare linguaggi artistici autonomi.
L’interazione tra spettatore e opera è centrale: Acconci invita a partecipare fisicamente, Boltanski evoca memoria e identità, Manzoni trasforma il corpo in concetto.
È una sala dove emerge l’interesse di Sonnabend per linguaggi interdisciplinari e sperimentali, anticipando la centralità del concettuale negli anni ’70.
Wegman trasforma il suo cane in protagonista di scatti ironici, mentre Sugimoto crea immagini sospese, quasi atemporali.
La settima sala mette in luce la capacità della collezione di accogliere linguaggi nuovi e trasversali, creando un racconto globale della sperimentazione artistica.
Ottava sala: gli anni Ottanta tra percezione e metamorfosi
Artisti come Terry Winters, Carroll Dunham, Peter Fischli & David Weiss, Robert Feintuch, Rona Pondick trasformano pittura e scultura in esperienze organiche, sfidando percezioni e aspettative dello spettatore.
La pittura diventa biomorfica, gli oggetti quotidiani assumono nuovi significati, e il corpo subisce metamorfosi tra ironia e tensione psicologica.
Questa sala evidenzia come l’arte anni ’80 sfidi la percezione dello spettatore, fondendo immaginario figurativo e concettuale.
Nona sala: fotografia e pittura a confronto
Qui si esplora il dialogo tra media visivi con Candida Höfer, Elger Esser, Lawrence Beck, Clifford Ross e Matthias Schaller, evidenziando la capacità della fotografia di dialogare con la tradizione pittorica.
Höfer restituisce spazi pubblici silenziosi, Ross lavora con la tecnologia digitale, Schaller rende omaggio alla tradizione pittorica.
La sala illustra come la fotografia diventi linguaggio autonomo, capace di dialogare con le grandi tradizioni artistiche senza copiarle.
Decima sala: Neo-Espressionismo tedesco
Opere di Anselm Kiefer, Jörg Immendorff e A.R. Penck affrontano storia, memoria e simbolismo, mostrando come la pittura possa diventare strumento di riflessione politica e culturale.
Kiefer stratifica materiali e simboli, Penck usa figure totemiche, Immendorff trasforma la quotidianità in allegorie politiche.
La sala evidenzia il legame tra esperienza storica e linguaggio pittorico, mostrando come l’arte possa interrogare la memoria culturale e sociale.
Undicesima sala: Neo-Geo americana
Jeff Koons, Haim Steinbach e Ashley Bickerton reinterpretano oggetti quotidiani, icone popolari e linguaggi del Pop e del Minimalismo, creando sculture e installazioni che uniscono ironia, estetica e riflessione critica.
Oggetti di consumo diventano monumenti, composizioni precise dialogano con il concettuale, e l’uso del kitsch diventa strumento di riflessione estetica e critica sociale.
Questa sala è il coronamento di un percorso che attraversa settant’anni di arte contemporanea, mostrando come le tendenze storiche vengano rielaborate in un linguaggio nuovo, ironico e universale.
Visitare la Sonnabend Collection è un’esperienza immersiva: il passato rinascimentale di Mantova dialoga con opere che hanno ridefinito il linguaggio visivo del XX secolo. Passeggiando tra le sale, si percepisce il filo invisibile che lega Warhol a Pistoletto, Koons a Kounellis, creando un continuum tra culture e generazioni diverse. È un invito a esplorare come l’arte possa trasformare il modo in cui percepiamo spazio, oggetti e memoria.
Come visitare il museo
Il museo è aperto dal mercoledì al lunedì, chiuso il martedì e il 25 dicembre. Biglietti e informazioni sono disponibili sul sito ufficiale della Sonnabend Collection Mantova. È prevista inoltre la possibilità di combinare la visita con altre esperienze culturali della città, come la Torre dell’Orologio e il Museo del Tempo, creando un itinerario che unisce arte contemporanea, storia e panorami unici.
- Quali correnti artistiche sono rappresentate?
Pop Art, Minimalismo, Arte Concettuale, Arte Povera, fotografia e performance. - Quanto dura l’esposizione?
È permanente per un periodo di comodato gratuito di 12 anni. - Come combinare la visita ad altre attrazioni di Mantova?
Biglietti congiunti permettono di visitare la Sonnabend Collection insieme a Torre dell’Orologio e Museo del Tempo.
Entrando nel museo, il visitatore sperimenta il dialogo tra secoli di storia e sperimentazioni contemporanee. Mantova non è più solo città rinascimentale: diventa luogo di incontro tra culture artistiche, stimolo per giovani artisti e destinazione per un turismo culturale di qualità. La Sonnabend Collection, con il suo respiro globale, trasforma il Palazzo della Ragione in un laboratorio di idee e creatività.

Allestimento della mostra permanente del nuovo museo di arte contemporanea Sonnabend Collection a Mantova
Il progetto è nato dalla collaborazione tra il Comune di Mantova, la Sonnabend Collection Foundation e Marsilio Arte, responsabile della gestione operativa, comunicazione e attività editoriali. La direzione artistica è affidata a Mario Codognato, già esperto nel panorama museale italiano, che ha curato la narrativa espositiva e il dialogo tra opere e spazio.
L’investimento per il restauro e l’allestimento del Palazzo della Ragione si aggira intorno a 1,3 milioni di euro, sostenuti in gran parte da sponsorizzazioni e partner privati, tra cui BPER Banca.
Il museo è aperto in modo permanente. Biglietti disponibili online sul sito ufficiale. È possibile acquistare anche biglietti combinati con la Torre dell’Orologio e il Museo del Tempo, creando un percorso completo tra arte, storia e panorami della città.
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