Da quadro rifiutato nel 1985 a icona del mercato globale nel 2025, il suo percorso racconta come il tempo e il cambiamento culturale possano ridefinire il valore dell’arte
Nel 1968 David Hockney dipinse una delle opere più emblematiche della sua carriera, “Christopher Isherwood and Don Bachardy”, un grande acrilico su tela dalle dimensioni imponenti (212 × 303,5 cm). L’opera raffigura lo scrittore britannico Christopher Isherwood e il pittore californiano Don Bachardy, ritratti seduti in poltrone gemelle, separati da un tavolino su cui si trovano due pile di libri e una ciotola di frutta. L’interno è pervaso da una luce chiara e quasi teatrale, tipica dell’atmosfera californiana che affascinò profondamente l’artista.
Questo lavoro segna l’avvio della celebre serie dei “doppi ritratti”, un corpus ristretto di sette tele realizzate tra il 1968 e il 1975. In questi dipinti Hockney abbandona il tono mondano delle sue prime opere per esplorare la relazione tra due persone attraverso la distanza, lo spazio e la geometria che li separa o li unisce. È una svolta sia stilistica che concettuale: la pittura diventa un mezzo per studiare il rapporto tra figura e ambiente, luce e affettività, quotidianità e rappresentazione.
Un’opera di intimità e coraggio che ha dato i suoi frutti
Oltre alla qualità pittorica, l’importanza del quadro risiede nel suo contesto culturale. Isherwood e Bachardy erano una coppia omosessuale che viveva in California in un’epoca in cui le relazioni tra persone dello stesso sesso erano ancora socialmente stigmatizzate. Hockney scelse di ritrarli con naturalezza e compostezza, conferendo loro la stessa dignità formale di un ritratto borghese.
Il dipinto evoca la quiete di una scena domestica: due sedie uguali, il tavolino ordinato, la luce che si riflette sulle pareti. Come osservato dal Guardian, la scena potrebbe sembrare tratta da una rivista di interni, ma sotto quella superficie sobria si cela una sottile dichiarazione di libertà e affermazione identitaria. In un periodo di diffusa intolleranza, rappresentare una coppia gay con serenità e rispetto equivaleva a un gesto rivoluzionario.

‘I sat still!’ … Bachardy, left, and Isherwood in Hockney’s 1968 work. Photograph: CHRISTIE’S IMAGES LTD. 2025. “Christopher Isherwood and Don Bachardy” è oggi riconosciuto come molto più di un ritratto: è una dichiarazione di verità e bellezza che attraversa le generazioni, un ponte tra il privato e l’universale, tra il fallimento e la consacrazione
Dal punto di vista formale, Hockney rielabora i principi della pittura rinascimentale — in particolare la compostezza prospettica di Piero della Francesca — e li fonde con l’estetica minimalista americana degli anni Sessanta. Ogni elemento, dalle linee delle persiane ai volumi delle sedie, concorre a costruire una scena di rigore e armonia, in cui nulla è casuale.
Il destino del quadro: dal fiasco all’oro
La storia commerciale dell’opera è altrettanto affascinante. Nel novembre 1985, “Christopher Isherwood and Don Bachardy” fu presentato all’asta da Sotheby’s con una stima di circa 600.000 dollari, più del doppio del record d’asta di Hockney all’epoca. All’epoca, l’opera non riuscì a raggiungere la base di riserva e rimase invenduta, in quella che la stampa definì una serata deludente per il mercato dell’arte contemporanea.
Pochi mesi dopo, un collezionista acquistò il dipinto privatamente per circa 562.500 dollari, e da allora l’opera rimase custodita in collezione privata per quattro decenni. Nel 2025, Christie’s ha annunciato il ritorno sul mercato di questa tela monumentale come uno dei lotti principali della “20th Century Evening Sale” di New York, fissando una stima compresa tra 40 e 60 milioni di dollari.
Il salto di valore è straordinario: rispetto al prezzo d’acquisto originale, il rendimento supera il 7.000%, un incremento che testimonia non solo l’evoluzione del mercato ma anche il riconoscimento crescente dell’importanza storica e simbolica di quest’opera.
A distanza di quasi sessant’anni, l’opera di Hockney rimane un emblema di libertà, sensibilità e modernità
Dal rifiuto al riconoscimento
Il mancato successo nel 1985 fu il risultato di un insieme di fattori. Il prezzo stimato era considerato alto per l’epoca, il mercato dell’arte non aveva ancora raggiunto la sua maturità attuale e il soggetto — una coppia omosessuale ritratta senza veli simbolici — poteva destare esitazione tra i compratori più conservatori.
Oggi, la percezione è radicalmente cambiata. Il quadro è considerato un pilastro dell’arte moderna e queer, esposto nei principali musei internazionali, come la Fondation Louis Vuitton di Parigi. L’opera non solo testimonia la padronanza tecnica di Hockney, ma anche la sua capacità di raccontare la verità intima delle relazioni umane con naturalezza e grazia.

Totally Hypnotizing’ Hockney Portrait Of Famous Gay Couple Could Fetch $38 Million At Christie’s
L’artista, il cui record d’asta è fissato a 90,3 milioni di dollari per “Portrait of an Artist (Pool with Two Figures)” del 1972, ha raggiunto una posizione unica nella storia dell’arte contemporanea. I suoi ritratti, intrisi di equilibrio e luminosità, incarnano la tensione tra il quotidiano e il sublime, tra l’emozione privata e la rappresentazione pubblica.
Un’occasione irripetibile
La vendita del 2025 rappresenta un momento storico per i collezionisti. Christie’s ha sottolineato come soltanto sette “double portraits” siano stati dipinti da Hockney e la maggior parte appartenga ormai a collezioni museali. L’opera in questione è dunque una delle ultime disponibili sul mercato, un’opportunità rara di acquisire un tassello fondamentale del XX secolo.
Più che un dipinto, “Christopher Isherwood and Don Bachardy” è un documento della trasformazione culturale di un’epoca: l’emergere di un nuovo sguardo sull’amore, la luce e la vita quotidiana. Chi la possiederà non acquisterà solo un capolavoro artistico, ma un frammento tangibile di storia sociale e visiva.




